Novara-Fiorentina

17a giornata 8 gennaio 2012

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    Da mercoledì 28 dicembre fino al 5 Gennaio 2012 sarà possibile acquistare presso i 127 sportelli della banca Popolare di Novara, sparsi in tutta la provincia,i ticket della gara tra gli azzurri e la Fiorentina che si svolgerà al "Silvio Piola" Domenica 8 Gennaio alle ore 15.
     
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    ULTRAS VIOLA -storia fonte wikipedia

    sostenitori della Fiorentina sono quantificabili in oltre 1,2 milioni in Italia
    secondo il più recente sondaggio di settore condotto dall'istituto Demos & Pi e pubblicato nel settembre 2010 sul quotidiano la Repubblica: con il 2,1% di preferenze da parte del campione esaminato, il club fiorentino risulta essere il sesto più sostenuto in Italia, a pari merito con il Cagliari
    I tifosi appartengono per lo più alla regione Toscana.

    Storia
    La tifoseria della Fiorentina negli anni '60.

    Il nucleo storico della tifoseria viola è la Curva Fiesole, dove si trovano la maggior parte dei gruppi collettivi e dei Viola club; alcuni ultras tuttavia occupano la curva Ferrovia, in particolare negli anni della presidenza Cecchi Gori. Le due curve, fin dal 1965, mantengono una forte tradizione della Firenze medioevale, in quanto sono presenti molti striscioni con immagini di Dante, di Lorenzo dei Medici e altri che fanno riferimento alla Firenze Guelfa. Gli ultras della Fiorentina hanno sempre rifiutato la politica: "né di sinistra né di destra" è sempre stato il motto delle due curve viola; i Viola Club della Curva Fiesole infatti, sin dagli anni '70, hanno una condotta non politicizzata e completamente apartitica, questo modo di intendere il tifo fu fortemente voluto da Stefano Biagini e da allora è condiviso dalla grande maggioranza dei tifosi. Sono testimonianza di ciò le amicizie con curve dagli orientamenti politici opposti.

    I primi tifosi viola cominciarono ad unirsi nella prima metà degli anni sessanta, con la nascita di alcuni Viola Club come il Vieusseux ed il 7bello, tuttora presenti nella curva Fiesole; nel 1965 venne costituito il Centro di Coordinamento dei Viola Club.[6] Il più noto gruppo della Fiesole è stato quello degli Ultras Viola. Fondati nel 1973 da Stefano Biagini detto "il Pompa", leader carismatico del tifo fiorentino per lunghi anni,[4] furono costretti allo scioglimento nel 1983, a causa di turbolenti scontri con i tifosi romanisti. Nel 1986, agli Ultras succedette nella leadership del tifo il Collettivo Autonomo Viola, scioltosi anch'esso nel 2011.

    Identità

    Il tifo della Fiorentina è stato recentemente analizzato da un gruppo di ricercatori che prendendo in esame gli striscioni esposti dagli Ultras viola ne ha ricostruito le implicazioni identitarie, pressoché uniche nel panorama delle tifoserie italiane. Emerge nel caso dei tifosi viola un unicum Firenze–Fiorentina vissuto nelle sue connotazioni storico–culturali. Il calcio viene concepito dai tifosi viola come evento che travalica la performance sportiva e affonda le sue radici nell’identità della città; ciò comporta il fatto che l’evento sportivo divenga cosa molto sentita: se vince la squadra vince Firenze, in caso di sconfitta perde Firenze. Emerge la figura del cittadino–tifoso che avverte e manifesta il forte orgoglio di vivere Firenze ed il privilegio di tifare la Fiorentina all’interno di un unico spazio identitario squadra-città. Nel caso dei tifosi viola si assiste anche alla trasposizione del calciatore da atleta moderno a calciante del calcio storico e la partita diviene uno spazio eroico per la tradizione della città: eroi i calciatori–calcianti ed eroi i cittadini–tifosi uniti nel nome del primato di Firenze–Fiorentina. Per gli Ultras della Fiorentina il calciatore della propria squadra deve sempre dare il massimo, non solo come atleta, ma perché egli diventa il calciante del 1530 che gioca e lotta per la città di Firenze. A tutti gli effetti gli Ultras viola si inseriscono in un continuum IO–tifoso ed IO–cittadino nel quale Firenze–Fiorentina sono percepite come un’unità costruita sulla fierezza, l’orgoglio, la storia e la tradizione cittadina. Firenze, durante il medioevo era la città del guelfismo e tutt'oggi, nelle curve fiesole e ferrovia, ritroviamo striscioni inneggianti al guelfismo, segno di un'appartenenza verso lo splendore della Firenze medioevale, che i tifosi viola si portano da sempre nel cuore.

    Gemellaggi e rivalità

    Gemellaggi

    Manifestazione del gemellaggio tra Torino e Fiorentina nella stagione 1981-82.


    Catanzaro
    Verona
    Torino
    Liverpool
    Újpest
    Sporting CP
    Colligiana
    Modena

    I tifosi della Fiorentina conservano un gemellaggio con il Catanzaro,[10] nato in occasione della finale di Coppa Italia 1965-66 e rafforzata agli inizi degli anni ottanta, subito dopo il secondo posto dei Viola nel campionato 1981-82; il Catanzaro ospitava la Juventus nella partita decisiva per l'assegnazione dello scudetto e l'accoglienza dei tifosi calabresi ai bianconeri accentuò il legame con i tifosi fiorentini.[11] Inoltre, all'epoca, molti calabresi, che frequentavano l'Università di Firenze, simpatizzavano per la squadra viola e spesso andavano allo stadio a tifare.[11] Considerato il più longevo gemellaggio della Fiorentina, il legame con il Torino è nato agli inizi degli anni settanta per il comune sentimento anti-juventino e per la vicinanza della società viola a quella granata dopo la tragedia di Superga.[11][12] Anche il rapporto con l'Hellas Verona è sorto in quegli anni, precisamente nel 1973, ed è molto stretto ed attivo ancora oggi da parte di entrambe le tifoserie. Nel tifo viola e veronese esiste una grande componente di giovani di destra, quindi c'è uno stretto legame ideologico, nonostante le curve fiesole e ferrovia siano da sempre non politiche, anche per non creare divisioni e attriti tra gli stessi tifosi viola.In entrambe le curve viola sono spesso comparsi striscioni del tipo:" nè di destra nè di sinistra", "politica? No grazie!", questo per ribadire ad alcuni strumentalizzatori della stampa, che la politica sarà sempre rifiutata dal tifo viola. Ogniuno può essere di destra o di sinistra, ma nelle due curve viola sono del tutto rifiutati simboli politici.

    L'amicizia del viola club Settebello con i tifosi bianco-verdi dello Sporting Lisbona, nato nel 1996, venne esteso a tutta la curva Fiesole in seguito all'incontro di Champions League del 2009. Esistono anche alcune amicizie tra alcuni gruppi di tifosi viola con alcuni del Celtic Glasgow.

    La tifoseria della Fiorentina è legata amichevolmente anche ad altre tifoserie, come la Colligiana; dal 1927 fino al 1940, ancora prima che in Italia nascesse il fenomeno ultras, c'era una sentita amicizia con gli sportivi colligiani, dovuta alla storica fratellanza tra le città di Colle di Val d'Elsa e Firenze, entrambi di tradizione guelfa, soprattutto in chiave anti-senese.[14] Resite tutt'oggi l'amicizia di antica data con il Modena, nata per la comune avversione nei confronti del Bologna. In occasione della sfida di Champions League del 2009 fra il Debrecen e la Fiorentina c'è stato il primo atto di amicizia tra il gruppo di tifosi Ultra Viola Bulldogs sostenitori dell'Újpest, storici rivali in Ungheria del Debrecen, ed i tifosi fiorentini, favorito dal colore sociale in comune, il viola.[15] In Europa, la Fiorentina ha stretto il gemellaggio con il Liverpool, in occasione della sfida di Champions League del 2009 fra i Reds ed i Viola, anche se una buona parte del tifo viola, non si riconosce in questo gemellaggio.

    La Fiorentina ha condiviso, nel passato, anche altri gemellaggi con altre tifoserie, con le quali ad oggi ha sciolto ogni rapporto;[12] con l'Inter nacque un legame negli anni '50, ma terminò nel 1988, quando, nel corso della sessione estiva di calciomercato, la Fiorentina cedette alla squadra milanese Berti.[16] Invece è durato pochi anni il gemellaggio più recente con i livornesi, fine dovuta a reciproche incomprensioni, ed anche per la presenza di molti tifosi viola di destra, che non sopportavano di ritrovarsi a tifare insieme agli ultras livornesi politicizzati, che sventolavano le bandiere con la falce ed il martello.[17] Vi era anche un gemellaggio con la Sampdoria, sorto a metà degli anni settanta e conclusosi nel 1989.Tra il 1972 e il 1980, esisteva anche un gemellaggio con i tifosi della Roma (con i Boys Roma), finito poi per alcuni episodi di isolati gruppi di tifosi romanisti, che danneggiavano alcuni bar della Toscana, quando si giocava Fiorentina-Roma.
    Rivalità [modifica]
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Derby dell'Appennino e Derby calcistici in Toscana.
    Ultras viola in un Fiorentina-Juventus degli anni '80.

    Juventus
    Roma
    Bologna
    Napoli
    Genoa
    Salernitana
    Empoli
    Pisa
    Siena
    Palermo



    La rivalità più forte e sentita dalla tifoseria viola è quella contro la Juventus, anche se oggi, è diminuita molto rispetto al 1982 e al 1990; questa ha origine negli anni cinquanta e sessanta, quando la Fiorentina si trovava stabilmente nelle zone alte del calcio italiano.[18] Si è acuita ulteriormente durante gli anni, con i contestati episodi del campionato 1981-82, con la finale di Coppa UEFA 1989-1990 e con la cessione di Roberto Baggio dalla squadra viola a quella bianconera.[18][19]

    Frutto di un gemellaggio degli anni settanta conclusosi malamente, la rivalità con la Roma nacque da un episodio di striscioni rubati, azione che ogni tifoseria attribuisce all'altra. Dal momento che i supporters viola sono gemellati con quelli del Verona, esiste una forte rivaltà con i tifosi napoletani, che sono ostili a quelli veronesi. Inoltre, durante gli anni ottanta, i partenopei erano gemellati con i pisani, rivali dei fiorentini per la vicinanza tra le due città e per motivi storici extra-calcistici.
    La trasferta dei tifosi viola ad Empoli, transitante per la Firenze-Pisa-Livorno.

    Nel 1998, durante una partita di Coppa UEFA della Fiorentina nel campo neutro dello Stadio Arechi,alcuni tifosi della Salernitana gettarono un ordigno contro i giocatori gigliati e la UEFA eliminò, con non poche critiche e perplessità, a tavolino la squadra toscana; da quell'episodio ha avuto origine la rivalità. Tra i più antichi "nemici" dei tifosi viola vi sono i genoani, da quando i tifosi viola si gemellarono con la Sampdoria (amicizia durata fino al 1989-90).Tra i contrasti più recenti, vi è quello con il Palermo, nata con la presenza costante dei rosanero in serie A; dopo i primi rancori dovuti al ripescaggio dei toscani in Serie B nell'estate del 2003, la rivalità si è acuita all'inizio del campionato 2005-06 in seguito al passaggio di Luca Toni dai rosanero ai Viola e da alcuni episodi della fine degli anni 2000.[12]

    La vicinanza di Firenze con altre città dell'Italia centrosettentrionale ha portato a considerare gli incontri sportivi tra queste dei veri e propri derby; il più famoso e storico è quello che viene chiamato Derby dell'Appennino, giocato tra Fiorentina e Bologna, nato per motivi prevalentemente geografici (le due città sono distanti meno di 100 km e sono separate dall'Appennino tosco-emiliano), ma anche storici Il primo derby ufficiale fra le due squadre si disputò a Firenze, nello stadio di via Bellini, il 25 novembre 1928, terminato 2-3 per i rossoblu. Il derby dell'Arno è un invece un derby provinciale, che vede di fronte Fiorentina ed Empoli; la cittadina è distante dal capoluogo toscano circa 32 km e sono unite appunto dal fiume Arno. Il primo derby, giocato il 30 novembre 1986, vide la vittoria dell'Empoli per 1-0. Anche la rivalità tra Fiorentina e Siena, che dà origine al derby guelfi-ghibellini, è nata per la vicinanza tra le due città vi sono tuttavia anche cause storiche, così come indica la denominazione, per le storiche battaglie tra guelfi e ghibellini, come quella avvenuta a Montaperti nel 1260, vinta dai senesi e quella di Colle Val d'Elsa nel 1269, vinta dai fiorentini.Inoltre la provincia di Siena è quella con il maggior numero di Viola Club, subito dopo quella di Firenze, vedendo così un "derby nel derby".

    STORIA FIORENTINA FONTE VIOLA CHANNEL

    La Fiorentina nasce il 26 agosto 1926 dalla fusione della Libertas e del Club Sportivo Firenze, in panchina c’era Carlo Capskay e la prima maglia sociale era a strisce bianche e rosse dai colori delle due società che si erano appena fuse. I primi passi vengono mossi sul campo di via Bellini, che ha ospitato la Fiorentina fino al settembre 1931, quando fu inaugurato l’odierno stadio “Franchi” con la partita Fiorentina-Admira, opera dell’architetto Pier Luigi Nervi. La prima gara ufficiale è datata 3 ottobre 1926,campionato di divisione nazionale, ed è subito una vittoria, 3-1 contro il Pisa. Nei primi anni della sua storia la Fiorentina fu presieduta dal marchese Luigi Ridolfi, che riuscì a portare la squadra nella serie A su girone unico al termine della stagione ‘30/’31, dopo due anni di cadetteria. La gara della promozioneè datata 21 giugno 1931, penultima di campionato: i viola superano 1-0 il Liguria con rete al 43’ di Staffetta. Il 20 settembre 1931 la Fiorentina disputa la sua prima gara assoluta in serie A su girone unico, pareggiando 1-1 a Milano contro i rossoneri, con prima rete viola firmata da Prendato. Due mesi dopo, il 15 novembre, fa il debutto in maglia azzurra il primo calciatore della Fiorentina, Alfredo Pitto, nella gara Italia-Cecoslovacchia 2-2 disputata a Roma. Al suo primo campionato di serie A la Fiorentina si piazza al quarto posto, trascinata dai gol (25) del suo primo acquisto boom: il centravanti dell’Uruguay campione del mondo, Pedro Petrone. I successivi campionati vedono la Fiorentina stabilizzarsi in serie A a ridosso delle grandi: dopo la fuga di Petrone, la Fiorentina trova in Viani II il suo nuovo cannoniere e nel campione del mondo Mario Pizziolo la sua prima bandiera. Il miglior risultato è conseguito nel 1934/35 quando i toscani chiudono il torneo al terzo posto finale. Il 16 giugno 1935 la Fiorentina disputa la sua prima gara ufficiale a livello internazionale, vincendo 2-0 a Budapest sull’Ujpest Dozsa, in coppa Mitropa. Il 26 dicembre 1935 la Fiorentina fa il suo debutto in coppa Italia, regolando 8-0 la Sestrese in quella che ancor oggi resta la massima vittoria viola in questa competizione. Nel 1937/38 la Fiorentina retrocede in serie B per la prima volta: la matematica certezza arriva il 10 aprile 1938, dopo un pareggio per 1-1 a Livorno, alla terz’ultima giornata. I gigliati danno il via ad un nuovo ciclo.

    Il ritorno in A ed il primo titolo: la Coppa Italia 1939/1940

    Il purgatorio tra i cadetti dura il breve spazio di 12 mesi. La stagione 1938/39 vede di nuovo la Fiorentina promossa in serie A: l’aritmetica certezza la si ottiene il 28 maggio 1939, grazie ad un successo interno per 4-1 sull’Alessandria alla penultima giornata di campionato. Si avvicina il primo vero titolo della storia, la coppa Italia 1939/40. Quell’anno, in campionato, la squadra viola vive una stagione tribolata. La salvezza arriva soltanto all’ultima giornata e per differenza reti, dopo anche un cambio di allenatore, da Soutschek a Galluzzi. Il cammino in coppa inizia nel giorno di Natale del 1939, quando i viola schiantano per 7-1 il Cavagnaro. Agli ottavi viene eliminato il Milan (1-1 a Milano, 5-0 a Firenze nella ripetizione – all’epoca il pareggio non era ammesso e non venivano disputati i tempi supplementari, come oggi), nei quarti tocca alla Lazio alzare bandiera bianca (4-1 per i viola). In semifinale la Fiorentina si sbarazza della Juventus con un secco 3-0 e nell’epilogo finale, 15 giugno 1940, i toscani superano 1-0 il Genoa con rete di Celoria al 26’. Fino alla sospensione dell’attività per cause belliche la Fiorentina si piazza nell’ordine terza nel 1940/41, nona nel 1941/42 e sesta nel 1942/43.

    La Fiorentina in campionato si classifica 13° salvandosi dalla retrocessione grazie al quoziente reti. Vince invece la Coppa Italia (primo successo della sua storia) battendo in finale il Genoa (17 giugno 1940) con il risultato di 1-0 grazie alla rete Celoria.

    Ecco la formazione che si aggiudicò la Coppa Italia:


    Fiorentina 1939/1940

    Griffanti
    Simontacchi
    Piccardi
    Ellena
    Bigogno
    Poggi II
    Menti II
    Morselli
    Frigo
    Tagliasacchi

    All. Giuseppe Galluzzi

    Il primo scudetto 1955/1956

    Con l’inizio degli anni ‘50 la Fiorentina entra a far parte delle grandi del calcio italiano, dopo un periodo di risultati non eccezionali. Una volta terza, una quarta e due volte quinta tra il 1949/50 e il 1954/55: questi piazzamenti fanno da preludio alla trionfale stagione 1955/56, in cui la Fiorentina vince il suo primo scudetto. Nell’estate 1955 il presidente Befani aveva completato un team già competitivo, acquistando la stella Julinho e la rivelazione Montuori. Fin dalle prime partite la Fiorentina allenata da Bernardini fa capire che è la più forte: alla terza giornata passa da dominatrice sul campo della Juventus con un 4-0 che non ammette discussioni. Alla settima giornata aggancia l’Inter in vetta alla classifica, all’ottava va in testa da sola e da quel momento vi resta collezionando 33 risultati utili consecutivi. I viola si arrendono solo all’ultima giornata battuti 1-3 a Genova dai rossoblù. A cinque giornate dalla fine la Fiorentina festeggia aritmeticamente il titolo: è il 6 maggio 1956 quando si verifica il pareggio per 1-1 a Trieste.
    A fine stagione saranno 12 i punti di vantaggio sulla seconda, il Milan. Il trascinatore della stagione fu Virgili autore di 21 gol. Segato e Gratton furono gli unici che disputarono tutte e 34 le partite.

    Nella stagione 1955-1956 la Fiorentina conquista il suo primo storico tricolore al termine di una stagione dominata con una sola sconfitta e 12 punti di distacco sulla seconda in classifica.

    Fiorentina 1955/1956

    Sarti
    Magnini
    Cervato
    Chiappella
    Rosetta
    Segato
    Julinho
    Gratton
    Virgili
    Montuori
    Prini

    Toros
    Orzan
    Bizzari
    Mazza
    Bartoli
    Carpanesi
    Scaramucci

    All. Fulvio Bernardini

    Il decennio d'oro con il secondo scudetto e altri 4 titoli: 1960/1970

    Dopo la conquista del primo scudetto, la Fiorentina arriva per quattro campionati consecutivi al secondo posto, e nel campionato 1958/59 chiude la stagione segnando 95 gol, ancora oggi record nella storia del club e nei campionati di serie A su girone unico a 18 squadre. In Europa la Fiorentina si rende protagonista in coppa dei Campioni, centrando l’approdo alla finalissima dell’edizione 1956/57, nella quale, a Madrid, in data 30 maggio 1957, viene battuta 0-2 dal Real.
    Nella stagione 1960/61, ad un campionato con molte ombre e poche luci (settimo posto finale), fa da contrasto un cammino eccezionale in Coppa Italia ed in coppa delle Coppe. Questa stagione passerà agli archivi come una delle due in cui la Fiorentina ha vinto 2 titoli (l’altra sarà il 1965/66). In coppa Italia l’affermazione definitiva arriva l’11 giugno 1961, battendo in finale la Lazio per 2-0 con i gol di Petris e Milan, dopo aver eliminato, nell’ordine, il Messina agli ottavi (2-0), la Roma ai quarti (6-4), la Juventus in semifinale (3-1).
    In Coppa delle Coppe la Fiorentina supera prima gli svizzeri del Lucerna, (3-0 in Svizzera, 6-2 in Italia), gli jugoslavi della Dinamo Zagabria (3-0 in Italia, sconfitta 1-2 in Jugoslavia); in finale spazza via gli scozzesi dei Glasgow Rangers vincendo l’andata in Scozia (2-0, 17 maggio 1961) e il ritorno a Firenze per 2-1, dieci giorni dopo.

    Ma il decennio ‘60-70 è destinato a passare alla storia come il miglior periodo della società toscana: nel 1961/62 la Fiorentina è nuovamente finalista, stavolta in coppa delle Coppe, ma viene battuta 0-3 dall’Atletico Madrid nella ripetizione della finale (5 settembre 1962, a Stoccarda), la cui prima puntata si era conclusa sull’ 1-1 (Glasgow, 10 maggio 1962). Nel 1963/64 Kurt Hamrin stabilisce un nuovo record per il campionato italiano di serie A su girone unico: nella gara Atalanta- Fiorentina 1-7 del 2 febbraio 1964 segna una cinquina che costituisce il primato di reti segnate da un singolo calciatore in un incontro esterno. Nel 1965/66 i viola si aggiudicano la terza coppa Italia battendo, nella finale di Roma del 19 maggio 1966, il Catanzaro con un sofferto 2-1, dopo i tempi supplementari: apre le marcature Hamrin, pareggia Marchioro, rete decisiva su rigore di Bertini. Sempre nel 1966 i viola si aggiudicano la Mitropa Cup, battendo nella finale i cecoslovacchi dello Jednota Trencin: 1-0, con rete di Brugnera (19 giugno). Il decennio si chiude con la vittoria del secondo scudetto nella stagione 1968/69, sotto la guida tecnica di Bruno Pesaola e la presidenza di Nello Baglini. La certezza aritmetica arriva l’11 maggio 1969, con il successo per 2-0 sul campo della Juventus, grazie alle reti di Chiarugi e Maraschi . Anche in quel campionato, come in quello del primo scudetto, la Fiorentina perde una sola gara, il 3 novembre 1968, 1-3 dal Bologna, a Firenze. Capocannoniere dell’anno dello scudetto fu Maraschi, 14 gol. I sempre presenti Superchi, Ferrante, De Sisti e lo stesso Maraschi. La Fiorentina chiude il campionato senza alcuna sconfitta esterna, record nella serie A su sedici squadre che verrà poi emulato dal Perugia 1978/79 e dal Milan 1987/88.




    E' il primo successo internazionale della Fiorentina quello che la squadra di Hidegkuti (tecnico ungherese eroe dei mondiali nel 1954) conquista in finale contro i Glasgow Rangers

    I viola dopo aver eliminato lungo il percorso nei quarti il Lucerna, in semifinale la Dinamo Zagabria si giocano la doppia finale con gli scozzesi. Il 17 maggio a Glasgow un doppietta di Luigi Milan fissa il punteggio sul 2-0. Il ritorno al Franchi è aperto ancora dalla marcatura di Milan e il pareggio momentaneo di Scott, viene cancellato dal goal di Kurt Hamrin che segna il 2-1 finale.

    I viola si aggiudicano così la prima Coppa delle Coppe della storia.

    Fiorentina - Finale Coppa delle Coppe
    Albertosi
    Robotti
    Castelletti
    Gonfiantini
    Orzan
    Rimbaldo
    Hamrin
    Micheli
    Da Costa
    Milan
    Petris

    All. Hidegkuti

    La Coppa Italia e il successo di Lega: gli anni '70

    Gli anni ‘70 sono tra i più bui nella storia della Fiorentina. Tra gli eventi più positivi da ricordare l’esordio di Giancarlo Antognoni, giocatore pluripresente nella storia del club con 341 presenze, un debutto avvenuto il 15 ottobre 1972 in Verona-Fiorentina 1-2; da ricordare, tra gli eventi positivi, le due vittorie nella coppa Italia 1974/75 e nella coppa di Lega Italoinglese 1975/76. Decisamente a sorpresa fu la prima: nella finalissima di Roma, 28 giugno 1975, i viola superano il favorito Milan per 3-2 al termine di una partita emozionante che vede i viola in vantaggio con un rigore di Casarsa, il Milan pareggiare con Bigon, Fiorentina di nuovo in vantaggio con Guerini, ancora pareggio di Chiarugi e rete decisiva di Paolo Rosi, entrato da pochi minuti. I viola erano arrivati in finale dopo aver vinto il girone eliminatorio comprendente Palermo, Ternana, Foggia e Alessandria ed un girone finale con Roma, Napoli e Torino.
    Il secondo titolo fu vinto battendo con un doppio 1-0 i londinesi del West Ham, con le reti di Guerini nella gara di andata e Speggiorin in quella di ritorno. Da ricordare anche i drammatici campionati 1971/72 e 1977/78 in cui la Fiorentina si salvò in entrambi i casi all’ultima giornata, pareggiando nel primo caso 1-1 a casa della Juventus, nel secondo 0-0 in casa contro il Genoa, che scese in B proprio al posto dei viola, dopo che ai rossoblu fu annullato un gol di Pruzzo, ai più parso valido, proprio nello scontro diretto.

    Gli anni '80

    Gli anni ‘80 sono caratterizzati dall’ascesa alla guida della Fiorentina della famiglia Pontello, che per dieci anni resterà azionista di maggioranza della società viola. Un decennio che ha alternato alti e bassi, culminato con la cessione di Baggio e la conseguente vendita della società alla famiglia Cecchi Gori. Nei primi anni ‘80, comunque, la Fiorentina vive un periodo di un qual certo splendore tecnico, che ha il proprio apice nel secondo posto della stagione 1981/82, con un finale altamente polemico, in volata con la Juventus, ed un terzo posto nel 1983/84. In particolare la stagione 1981/82 lasciò molti strascichi: il campionato vide la Fiorentina laurearsi campione d’inverno ed il testa-testa con i bianconeri durò fino agli ultimi 90’ quando, partendo da una situazione di prime in classifica appaiate, le due squadre ebbero risultati diversi nell’ultima gara: la Juventus vinse 1-0 a Catanzaro con un rigore trasformato da Brady a 15’ dalla fine, la Fiorentina non andò oltre lo 0-0 a Cagliari, con un gol misteriosamente annullato a Graziani. Sembrava che i Pontello potessero regalare a Firenze il terzo scudetto, invece lentamente i problemi economici minarono la solidità della squadra e della società, che pian piano fu costretta a mettere sul mercato tutti i suoi giocatori migliori: Passarella, Massaro, Galli tanto per fare qualche nome. Tra questi anche Roberto Baggio, ceduto alla Juventus alla vigilia dei Mondiali di Italia ‘90 ed all’indomani della finale di coppa Uefa, persa appunto contro la Juventus (1-3 a Torino e 0-0 in campo neutro ad Avellino, i risultati). La cessione di Baggio alla Juventus scatenò la rabbiosa protesta dei tifosi contro i Pontello, che un mese dopo dovettero cedere la società a Mario Cecchi Gori.

    Arriva Cecchi Gori, torna l’entusiasmo.

    La caduta in B e la rinascita

    L’arrivo di Mario Cecchi Gori in piazza Savonarola, sede della società gigliata, riporta l’entusiasmo a Firenze. L’inizio è in salita: la famiglia subentrata ai Pontello deve giocoforza accettare Lazaroni come tecnico, le dolorose partenze di Baggio e Di Chiara, oltre a dover provvedere a comporre una rosa competitiva in pochi giorni. Il primo campionato della loro gestione termina con un dodicesimo posto, così come il secondo, durante il quale Radice era subentrato a Lazaroni e dall’Argentina era arrivato Gabriel Batistuta, autore di 13 reti nel suo primo campionato italiano. La terza stagione è quella dei grandi acquisti. Arrivano Laudrup e Effenberg e giocatori di grande esperienza come Di Mauro. Alla presentazione della nuova squadra piazza Santa Croce è stracolma di gente. C’è grande euforia, il mercato ha fatto schizzare gli abbonamenti, ma a fine stagione la Fiorentina retrocede clamorosamente in serie B, dopo aver cambiato tre allenatori, da Radice ad Agroppi, fino al tandem Chiarugi-Antognoni. Dopo il tonfo della retrocessione, la guida tecnica della squadra è affidata a Claudio Ranieri, che centra subito il ritorno in serie A, in una stagione in cui la gioia della promozione viene mitigata dalla scomparsa, il 5 novembre 1993, di Mario Cecchi Gori. Ai suoi funerali, celebrati in Santa Croce, partecipa tutta la città. Dal 1994/95, sotto la guida tecnica di Ranieri, e la presidenza affidata al figlio di Mario, Vittorio Cecchi Gori, la Fiorentina si piazza decima, con Batistuta che, segnando 13 gol nelle prime undici giornate, batte il record di marcature consecutive nella storia della serie A italiana, primato precedentemente detenuto da Pascutti del Bologna. I viola si rilanciano nel campionato 1995/96, che chiudono al terzo posto. L’era-Ranieri si chiude con una decima posizione finale nel campionato 1996/97. Il tecnico romano ha tuttavia il merito di riportare un titolo a Firenze dopo 21 anni: il 18 maggio 1996 la Fiorentina vince 2-0 a Bergamo contro l’Atalanta, bissando il successo per 1-0 nella finale di andata, e vince la sua quinta coppa Italia. La squadra viene accolta allo stadio, gremito da 40.000 persone, alle 4 del mattino. Tre mesi dopo i viola espugnano San Siro, 2-1, e vincono la Supercoppa di Lega battendo il Milan con una doppietta di Batistuta

    La Fiorentina è stata la prima squadra vincitrice della coppa Italia ad aggiudicarsi questo torneo. Nell’estate 1997 Ranieri non viene confermato e sulla panchina viola arriva l’esordiente Alberto Malesani, che al suo primo campionato in serie A porta la Fiorentina al quinto posto, conquistando nuovamente un posto nelle coppe europee e riaccendendo la tifoseria per il suo modulo di gioco, sbarazzino, ma efficace. Cecchi Gori va a caccia di nuovi successi e ingaggia Trapattoni – siamo nell’estate 1998 - che alla sua prima stagione sulla panchina della Fiorentina conquista il terzo posto in campionato, dopo essere stato a lungo in testa alla classifica, riportando comunque i viola in Champions League dopo trent’anni. L’infortunio a Batistuta, i capricci di Edmundo, i mancati investimenti nel mercato invernale minano la solidità del gruppo, facendo sfumare il sogno tricolore, mai stato così vicino. Nel 1999/00 il campionato va meno bene: i gigliati chiudono al settimo posto, centrando nuovamente una qualificazione Uefa dopo lungo inseguimento all’Udinese; le soddisfazioni arrivano comunque dalla Champions League, dove i viola superano ai preliminari i polacchi del Widzew Lodz, il girone di prima fase e si arrendono ad un passo dai quarti, dopo aver comunque sconfitto in casa squadre blasonate quali Valencia e Manchester United, ed aver espugnato il mitico stadio di Wembley, dove giocava occasionalmente l’ Arsenal. E’ l’ ultima luce in casa viola: a maggio 2000 salutano Trapattoni e Batistuta, quest’ ultimo diventato nel frattempo cannoniere viola di tutti i tempi in serie A, con 152 marcature

    Il tramonto di Vittorio Cecchi Gori e il fallimento: 4 agosto 2002

    La Fiorentina 2000/01 riparte dall’istrionico tecnico turco Fatih Terim. Il gioco c’è, la presunzione non manca, i risultati un po’ meno: in coppa Uefa è subito eliminazione, ad opera dei modesti austriaci del Tyrol Innsbruck, il campionato oscilla tra un 4-0 inflitto al Milan e il rocambolesco rovescio interno con il Perugia del carneade Vryzas. L’avventura di Terim termina a febbraio: se ne va anche Antognoni, dimissionario. La società, che nel frattempo ha in Mario Sconcerti un nuovo dirigente, fa fuoco e fiamme per far diventare allenatore Roberto Mancini: l’ex sampdoriano, ingaggiato tra mille deroghe e rivoli regolamentari, porta ad un tranquillo centroclassifica la squadra, che addirittura va a vincere la coppa Italia contro il Parma: è il 13 giugno 2001. Lo stesso giorno la Co.Vi.Soc. fa il suo ingresso in Fiorentina e certifica il crack finanziario della società di Cecchi Gori. La stagione 2001/02, affrontata senza Toldo e Rui Costa, nel frattempo partiti alla volta di Milano (sponda nerazzurra il primo, rossonera il secondo), è un calvario: si parla solo di tribunali e bilanci, il campo passa nel dimenticatoio; Enrico Chiesa, unico giocatore in grado di reggere la nave sulla giusta rotta, si infortuna dopo appena cinque giornate; alla fine del girone d’andata la squadra è praticamente retrocessa in serie B. A nulla vale il cambio tecnico, da Mancini a Chiarugi, poi ad Ottavio Bianchi, infine nuovamente a Chiarugi. La Fiorentina retrocede sul campo con largo anticipo e poi viene cancellata dal panorama calcistico nazionale alla fine del luglio 2002, con la squadra in ritiro in Trentino, agli ordini di Eugenio Fascetti, allenatore per poche settimane.

    L'era Della Valle. Dalla C2 alla A: 2002/2004

    La Fiorentina rinasce ed in due anni torna in serie A La nuova Fiorentina nasce il 2 agosto 2002, all’indomani della mancata iscrizione al campionato di serie B della A.C. Fiorentina 1926, società il cui palmares è stato successivamente ricomprato dalla nuova proprietà. E’ stato un colpo, tipico dei grandi imprenditori, quello messo a segno da Diego Della Valle, che ha presentato i requisiti richiesti al sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ed ha concluso in breve tempo la trattativa, bruciando sul tempo altre importanti offerte d’acquisto ed entrando subito nel cuore della tifoseria viola, che, per assistere ad un campionato di serie C-2, ha sottoscritto quasi 20.000 abbonamenti. La squadra è stata completamente ricostruita da zero e, dopo un prevedibile inizio in salita, culminato con l’esonero dalla guida tecnica di Pietro Vierchowod (28 ottobre 2002, all’indomani del k.o. di Grosseto), la nuova Fiorentina ha cominciato a marciare verso quello che era l’obiettivo dichiarato: tornare in tre anni in serie A. L’arrivo di Alberto Cavasin (29 ottobre 2002) ed un consistente ritorno sul mercato in gennaio ha permesso alla squadra di girare al primo posto, alla pari del Rimini, il girone d’andata. Il 24 febbraio la vittoria nel posticipo sul campo del Rimini (2-0) ha consacrato lpromozione in C-1 dei viola, che è aritmeticamente arrivata soltanto il 27 aprile, in uno stadio “Franchi” tutto esaurito e colorato di viola, con un netto successo per 3-0 sul Savona. Chiuso il campionato, Diego Della Valle ha fatto un altro regalo alla tifoseria viola: il 15 maggio si è aggiudicato l’asta fallimentare del marchio e dei colori della vecchia A.C. Fiorentina, depositando due milioni e mezzo di euro. Con la squadra che si preparava all’esordio in coppa Italia di serie C, e dunque al campionato di C-1, il 20 agosto 2003 avviene un colpo di scena: in un’estate funestata da ricorsi al Tar e decisioni di tribunali civili e penali, il calcio italiano subisce un vero e proprio terremoto, con l’allargamento della serie B da 20 a 24 squadre: vengono ripescate le retrocesse Catania, Genoa e Salernitana e, come ventiquattresima, per la mancata iscrizione del Cosenza, arriva la Fiorentina, per meriti sportivi e per bacino d’utenza. La società si trova ad organizzare in fretta e furia il campionato di serie B, la cui partenza slitta comunque all’11 settembre: l’esordio vede i viola pareggiare in casa per 1-1 contro la Triestina. La mancanza di coesione nella squadra, gli ultimi acquisti sono arrivati da poche ore, fa iniziare abbastanza male il campionato ai viola, che restano in un anonimo centroclassifica. Al mercato di gennaio la squadra viene rivoluzionata, grazie al lavoro di Fabrizio Lucchesi, nel frattempo divenuto direttore organizzativo, e di Giovanni Galli: la squadra inizia bene il mese di gennaio, ma ben presto ricade negli stessi errori della prima parte del torneo: si cambia allenatore, via Cavasin (11 febbraio), ecco Mondonico. Il tecnico di Rivolta d’Adda compie un capolavoro: con una media punti di oltre 2 a partita guida i viola alla sesta posizione finale, quella che dà diritto allo spareggio contro il Perugia di Cosmi, quart’ultimo classificato in serie A. I viola vincono 1-0 al “Curi”, con rete di Fantini in contropiede, pareggiano, soffrendo nei minuti finali, il ritorno a Firenze per 1-1. E’ fatta. La Fiorentina è tornata in serie A.

    Serie A, salvezza e due Champions sul campo: 2004/2005

    Nel 2004/05 la Fiorentina è tornata a calcare i campi di serie A, ma la sua stagione non è stata certo delle più semplici. Partita per ottenere una tranquilla salvezza, la squadra viola si è trovata a Natale al settimo posto, ma nel giro di poche settimane, tra gennaio e febbraio, è caduta in piena difficoltà. Basti pensare ai cambi sulla panchina: prima Mondonico (esonerato il 25 ottobre), poi Buso (esonerato il 22 gennaio), infine Zoff (si insedia il 23 gennaio). La Fiorentina si è salvata solo all’ultima giornata, vincendo in casa con il Brescia per 3-0 e grazie alla classifica avulsa, migliore rispetto a quella di Bologna e Parma, costrette allo spareggio. La stagione è stata contraddistinta anche dalla battaglia in Lega della famiglia Della Valle, alla ricerca di un calcio più equo e morale, soprattutto per quanto riguarda l’assegnazione dei diritti televisivi. Nel 2005/06, dopo una ristrutturazione aziendale importante che ha visto l’arrivo di Pantaleo Corvino (9 giugno 2005) in qualità di Direttore Sportivo e Responsabile del Settore Giovanile, di Cesare Prandelli (10 giugno 2005) in qualità di allenatore e una campagna acquisti tra le più attive in assoluto, il campionato è di quelli da sogno: sempre nelle zone alte della classifica. La Fiorentina chiude la stagione al quarto posto, con la conquista del diritto a partecipare ai preliminari di Champions League. L’andamento della formazione di Prandelli, uno dei grandi artefici della stagione positiva, è stato lineare per tutto l’anno: chiuso il girone d’andata con 40 punti al terzo posto, appaiata con il Milan, la Fiorentina nel girone di ritorno ha conquistato 34 punti, facendo registrare una leggera flessione, ma ininfluente per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Il campionato viola, inoltre, passerà alla storia come quello in cui sono stati abbattuti numerosi record storici: 22 vittorie totali in un singolo campionato, 16 successi interni, 31 reti di un calciatore viola in singola stagione di serie A su girone unico (Luca Toni, l’autore). In coppa Italia la Fiorentina è stata eliminata agli ottavi di finale dalla Juventus, pareggiando 2-2 la gara d’andata in casa e perdendo poi quella di ritorno 1-4. La grande stagione della squadra viola è stata completata da un rilancio anche del settore giovanile sotto l’attenta regia di Pantaleo Corvino. Sono state ben tre le squadre che hanno ottenuto la qualificazione alle Finali per l’assegnazione del Titolo Nazionale (Primavera, Allievi Nazionali e Giovanissimi Professionisti). In una delle stagioni più difficili della sua storia, la Fiorentina parte da -19 punti in classifica nella stagione 2006/2007 (diventati poi -15 con la sentenza dell'arbitrato) rimonta punto su punto e si qualifica alla Coppa Uefa 2007/2008 arrivando al 5° posto in classifica. Nella classifica assoluta la squadra è terza con la miglior difesa del campionato e il terzo miglior attacco.

    4° Posto, Semifinale Uefa e Viola Fair: 2007/2008

    Lo stile Fiorentina si afferma dentro e fuori dal campo. I viola conquistano in un'emozionante finale di campionato il quarto gradino del podio e il diritto a giocare i preliminari d Champions League. Decisivo il goal a 15 minuti dalla fine siglato da Osvaldo al Torino in rovesciata. E' l'anno delle grandi imprese, la vittoria in casa della Juventus in rimonta per 3-2, l'anno delle grandi sfide europee con i viola che raggiungono la semifinale di Uefa, imponendo gioco e qualità in Spagna (Villareal), Grecia (Aek), Norvegia (Rosenborg) come in Olanda (Groningen e Psv), resistono e vengono eliminati solo ai calci di rigore, immeritatamente dai Rangers di Glasgow, poi battuti in finale dallo Zenit Sanpietroburgo.
    Ma è soprattutto l'anno in cui si afferma lo stile della Fiorentina, che per prima, al termine della gara con l'Inter il 2 dicembre 2007 attende i giocatori avversari che li hanno sconfitti e li applaude con un 'Terzo Tempo' che da gennaio la Lega istituirà come obbligatorio. E l'anno dei tifosi viola: corretti, entusiasti e 'premiati' dall'iniziativa 'Viola Fair' e dalla critica come dagli addetti ai lavori. I riconoscimenti sul campo vengono da tutta Europa e dall'Italia per gioco e disciplina (il Mister Prandelli è ancora Panchina d'Oro), quelli per la correttezza della società e del pubblico vengono addirittura dal Presidente dell'Uefa Michel Platini.


     
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    Questo l'elenco dei giocatori convocati da mister Attilio Tesser per la gara Novara-Fiorentina in programma domenica 8 gennaio 2012 - ore 15,00 allo stadio "Silvio Piola":

    CARACCIOLO
    CENTURIONI
    COSER
    DELLAFIORE
    FONTANA
    GARCIA
    GEMITI
    GRANOCHE
    JEDA
    JENSEN
    MARIANINI
    MAZZARANI
    MEGGIORINI
    MORGANELLA
    MORIMOTO
    PACI
    PINARDI
    PORCARI
    RADOVANOVIC
    RIGONI
    RUBINO
    UJKANI

    Sono 21 i convocati dal tecnico Delio Rossi per la gara contro il Novara.

    Ecco la lista in ordine alfabetico:

    BEHRAMI, BORUC, CAMPORESE, CASSANI, CERCI, DE SILVESTRI, GAMBERINI, JOVETIC, KHARJA, LAZZARI, LJAJIC, MONTOLIVO, MUNARI, NASTASIC, NATALI, NETO, PASQUAL, PAZZAGLI, ROMULO, SALIFU, VARGAS.
     
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    NOVARA-FIORENTINA 0-3

    MARCATORI: 20’ Jovetic (F), 42’ Montolivo (F), 49’ Jovetic (F)



    NOVARA (4-3-1-2): Ujkani; Morganella, Paci, Centurioni, Gemiti; Marianini, Porcari, Rigoni; Mazzarani (dal 50’ Pinardi); Caracciolo (dal 67’ Granoche), Meggiorini (dal 50’ Rubino). All.: Tesser.
    FIORENTINA (3-5-2): Boruc; Gamberini, Natali, Nastasic; Cassani (dal 84’ De Silvestri), Behrami, Montolivo, Salifu (dal 80’ Kharja), Vargas; Ljaijc, Jovetic (dal 67’ Lazzari). All : Rossi.
    ARBITRO: Damato

    Assistenti:De Pinto- Carrer - VI uomo Viti

    AMMONITI: 19’ Centurioni (N), 35’ Nastasic (F), 67’ Salifu (F)

    Una partita senza alibi, la peggiore tra le mura del Piola. La Fiorentina resuscita mettendo a nudo la realtà del Novara, una squadra che se non gioca al 100% non ha speranze. Purtroppo al 100% non è sempre possibile e giocare...

    Gli errori sono stati fatti prima. Non ci interessa chi li ha commessi ma sostenere che non vi sono state scelte sbagliate...beh, la maggior parte dei tifosi azzurri ha smesso di credere tanti anni fa a Babbo Natale...

    Chissà cosa avrà pensato Caracciolo alla fine della gara?
     
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