Tessera del Tifoso

considerazioni generali e trasferta a Crema

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    Pat... Garrett Ace

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    Tessera del tifoso: più garanzie per i supporter 12/1/2011 - GARANTE PRIVACY

    I supporter delle squadre di calcio che aderiscono al programma "tessera del tifoso" devono essere informati in modo chiaro e dettagliato sull’uso dei dati personali forniti al momento della sottoscrizione. Devono inoltre essere messi in condizione di poter scegliere liberamente se autorizzare l’uso di questi dati anche per finalità di marketing e pubblicità.

    Il Garante privacy ha fissato precise garanzie per i tifosi che aderiscono al programma "tessera del tifoso" con un provvedimento che tiene conto anche di alcune segnalazioni pervenute all’Autorità e che è stato inviato al Ministero dell’interno, al Coni, alla Figc e alle società sportive che aderiscono al programma. La tessera del tifoso è uno strumento multifunzionale che, oltre a consentire di far parte di una comunità "virtuosa" di tifosi, permette al possessore di fruire di facilitazioni e servizi messi a disposizione dalle società sportive, di seguire la squadra in trasferta nel settore "ospiti", di accedere agevolmente agli impianti sportivi attraverso i varchi a lettura elettronica.

    Ogni tessera rilasciata dalla società al tifoso dopo l’ok della questura, contiene i dati personali del possessore, è contrassegnata da un codice alfanumerico che la identifica in modo univoco e spesso contiene un dispositivo a radiofrequenza (rfid), utilizzato solo per l’accesso agli stadi e "leggibile" ad una distanza non superiore a 10 cm da appositi lettori posizionati presso i tornelli di ingresso.

    L’Autorità nel suo provvedimento ha stabilito che le società sportive dovranno migliorare l’informativa da dare ai tifosi, mettendo ben in evidenza i trattamenti di dati che non richiedono il consenso, perché connessi al rilascio della tessera, e quelli che possono essere effettuati solo su base volontaria e con un consenso ad hoc (marketing, profilazione, invio di comunicazioni commerciali). Ai tifosi dovrà infatti essere sempre garantita la possibilità di poter esprimere esplicitamente il loro "no" all’uso dei dati per finalità di marketing. Nell’informativa dovrà essere inoltre ben specificato che i dati anagrafici dei possessori delle tessera vengono comunicati alle questure allo scopo di verificare l’assenza di provvedimenti (D.a.spo., misure di prevenzione, sentenze di condanna per reati cosiddetti da stadio) che ostacolino il rilascio. I tifosi, infine, dovranno essere informati sulle caratteristiche dei trattamenti effettuati tramite la tecnologia rfid.

    L’Autorità si è comunque riservata approfondimenti in caso di revisioni eventualmente apportate al programma "tessera del tifoso".





    trasferta a torino. Primi risultati della tessera. www.youtube.com/watch?v=I7IHvoDRMHU

    Se serve a prevenire..... siamo messi male




    Nel ‘Belpaese’ si tenta qualsiasi cosa per dare un’immagine di efficienza e funzionalità, tentativi senza dubbio anche lodevoli in alcuni casi, ma queste iniziative hanno il grosso difetto di fermarsi all’immagine e non intaccano la sostanza.
    Uno ‘stato’ che ha un numero spropositato di parlamentari rispetto ad altre Nazioni (vedi Germania , Francia, Spagna e gli stessi Stati Uniti), una buona percentuale di questi politici che frequentano gli scranni di Montecitorio più di una volta sono stati inquisiti, eppure seguitano guidare gli italiani.
    Italiani che alle ultime elezioni non hanno potuto nemmeno scegliere il candidato, perché i listoni presentati dai partiti avevano già i nomi con i posti prenotati…. Li si che ci vorrebbero i tornelli.
    Sia chiaro che non distinguo la destra dalla sinistra, anche perché parlare in tali termini di schieramenti mi sembra alquanto inutile oggi giorno
    Non serviranno mille “mani pulite” per rimettere in piedi il nostro paese, quello dei furbi, degli evasori che pagano solo i condoni perché tanto qui si perdona tutto, degli scandali delle tangenti che finiscono a tarallucci e vino. Il paese degli sprechi dove le ditte che vincono i grandi appalti falliscono in media cinque volte dove funziona tutto con la raccomandazione, il clientelarismo.
    Un paese dove se non conosci qualcuno in ospedale devi attendere mesi per fare un esame. Dove la criminalità organizzata detta le regole.
    Tanti, troppi i problemi che affliggono il nostro paese peccato che ci si concentri sempre su quelli meno importanti.
    La tessera del tifoso, diventata questione di stato, si inserisce in questo contesto, l’immagine è quello che conta, intanto si da lavoro a un po’ di gente che dovrà fabbricare le tessere, utilizzare un circuito di credito per cui qualcuno pagherà e tutto l’indotto che ne viene intorno…
    Il risultato ? per ora L’Europa ci ride dietro con la minaccia di toglierci gli europei di calcio.
    Non si cambia la mentalità o i costumi con un tesserino, bisogna cominciare dai giovani insegnando un po’ di Educazione civica, di rispetto delle regole e soprattutto la certezza della pena PER TUTTI. No si preferisce insegnare l’inglese, l’informatica perché siamo in Europa… Europa? Si quella di serie B ma fa niente e avanti così allora con il grande fratello, l’isola, le veline che riempiono la testa degli italiani e la distolgono da problemi su cui non si vuole troppa pubblicità.
    Poi c’è il calcio…ma perché avere gli stadi? Con la televisione si guadagna di più…



    ‘Nessuno riuscirà a fare degli italiani nient’altro che degli italiani”



    ‘Aneddoti da la trasferta di Crema’


    Dopo un pareggio interno, i tifosi che recano a Crema sono decimati ma non importa poiché sono sempre i soliti, quelli che ci credono sempre. Si giunge allo stadio, clima tranquillo, nessun problema fino al momento di introdurre le bandiere. Lo Stewart ed il funzionario di polizia scambiano la bandiera della Svezia per quella del Novara ( però siamo in Europa eh :vergognati: ! e la Svezia lo è dal 1995) , gentilmente viene fatto notare che è quella del paese dei vichinghi allora scatta il divieto di introdurla nello stadio… Sempre cortesemente viene fatto notare che la legge permette di introdurre le bandiere nazionali se nella squadra vi è un tesserato di quella nazione. Il funzionario risponde che ha disposizioni diverse. Cavolo! Qua si scrive la storia! Gettiamo tutti i manuali di diritto e fonti normative! Disposizioni contrarie ad una legge statale…forse l’Assemblea Costituzionale si è riunita a Crema e ha riscritto per i tifosi del Novara (che onore) nuove disposizioni urgenti!
    Finalmente dopo qualche telefonata si riesce ad fare entrare anche i vessilli nazionali (Argentina e Svezia) e tutto finisce li…
    Ma possibili che i problemi si trovano anche dove non ci sono? :complimenti:

    Edited by balcan123 - 17/2/2011, 11:21
     
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    La colpa non è solo della Tessera del tifoso, visto che le motivazioni sono più complesse. Certo è che la card imposta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni rischia di dare la mazzata finale a un calcio già alla canna del gas.

    Gli abbonamenti, che andavano obbligatoriamente sottoscritti con la Tessera, sono sensibilmente calati. La diminuzione è valutabile in circa un quarto, rispetto ai dati della scorsa stagione. In alcuni casi come quello della Lazio, che pure è capolista con l’Inter, si può parlare di un vero e proprio crollo. Netta anche la flessione dei sostenitori che seguono la loro squadra in trasferta. Le ripercussioni sui bilanci societari, che sono di per sè disastrati, si farà presto sentire.

    Il fatto grave e paradossale, in termine di gestione della sicurezza all’interno degli stadi, è che i tifosi “non tesserati” vanno a finire in mezzo ai rivali. E’ già successo in Inter-Bari e in altre partite. Continuerà a succedere.

    Ieri al Franchi, in occasione della partita Fiorentina-Parma, un centinaio di tifosi gialloblù “non tesserati” (impossibilitati a comprare il biglietto nel settore loro riservato secondo le norme ministeriali), hanno acquistato il tagliando di Curva Ferrovia per il quale non è necessaria la TDT.

    Il gruppo è stato sistemato in una specie di mini-formaggino in Curva Ferrovia, settore destinato ai tifosi della Fiorentina, separato dai sostenitori viola da un cordone di stewart. Non è successo niente, anche perché la Ferrovia era desolatamente vuota (appena ventimila gli spettatori che hanno assistito alla gara).

    Infine la TDT rischia di spaccare le tifoserie, e molte già lo sono. Sempre al Franchi si registrano, nella gara con il Parma connotata da un sostegno spettacolare del pubblico alla Fiorentina vittoriosa con il Parma, spiacevoli fischi sono stati indirizzati dalla curva Fiesole ai tifosi viola “non tesserati” che espongono il loro striscione in occasione delle gare interne (nella foto, scattata dalla tribuna) acquistando il biglietto volta per volta.

    Questa card non piace (quasi) a nessuno. Chi l’ha imposta non fa niente per farla piacere né per rimediare ai troppi paradossi che sta creando. Finora ci si consola perché non è successo niente, ma il futuro è tutto da decifrare. Ma i dire mai, nella vita e nel calcio.

    Calcio, tifosi senza tessere

    Sergio Mutolo – www.calciopress.net
     
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    da la padovabene. ottimo sito


    SUCCEDE A VARESE, NELLA PATRIA DI MARONI…

    Postato il 19 ottobre 2011 by La Padova Bene

    Venerdì sera alcuni ragazzi della Fattori, sprovvisti di tessera del tifoso, hanno deciso di seguire il Padova a Varese, la patria di Maroni. La partecipazione alla trasferta non era in programma, ma i ragazzi hanno deciso di tentarci lo stesso dopo aver notato su un sito internet la possibilità di acquistare un biglietto a prezzo ridotto per la partita. Detto, fatto, sono partiti alla volta della città lombarda, col consueto fatalismo di chi rischia di non riuscire ad entrare allo stadio. Invece nessuno ha fatto storie, almeno fino al momento di emettere il biglietto, regolarmente ritirato dopo aver consegnato l’apposito coupon allo sportello accrediti. Eccone una prova (ho cancellato il nome e cognome del possessore, per motivi di privacy):

    Chiaramente il fatto di avere un regolare biglietto in mano non mette al riparo dalla possibilità di essere tenuti fuori dallo stadio, come successo questo week end ai doriani ad Ascoli ed agli empolesi a Bari… Invece ecco la sorpresa: il “sicurissimo” Franco Ossola, stadio di Varese, città natale del Ministro Maroni (mica cazzi…) non ha nessun sistema di controllo! O meglio, i tornelli ci sono ma sono tutti aperti e non è necessario passare il biglietto sotto il lettore per entrare, gli stewards ci sono ma non chiedono il documento a nessuno! E pensare che qui ci sarebbe qualcuno (Zampieri, te fiscia ee rece?) che sostiene che per andare in serie A ci vogliono altri tre milioni e mezzo di euro (!!!) per adeguare ulteriormente l’Euganeo… Nella città di Maroni il tempo si è fermato, e si può entrare senza dover mostrare nessun documento a chicchessia e senza passare per nessun tornello!!!

    Facile come bere un bicchiere d’acqua, i ragazzi entrano allo stadio ed espongono la pezza “Tribuna Fattori” tranquillamente nei distinti, come se niente fosse… La cosa non sfugge ai solerti occhi della Digos locale, e dopo nemmeno un quarto d’ora arrivano gli stewards tutti trafelati: “Ma voi ce l’avete la tessera del tifoso?”, “No!”, “Ma come cazzo avete fatto ad entrare?”, “Facendo il biglietto qui allo sportello accrediti”, “Non è possibile, ci state prendendo in giro!”. I ragazzi, per il solo fatto di non aver la tessera del ministro di casa vengono quasi trattati da camorristi. Ad un certo punto il capo-steward fa partire l’accusa: “Voi vi siete procurati dei tagliandi falsi!”. Chiaramente la cosa è durata anche troppo, e un ragazzo esibisce il biglietto. Lo stesso biglietto che ho pubblicato sopra, sulla cui autenticità non ci sono dubbi. Ed infatti gli stewards sbiancano…

    Ancora un po’ di conciliabolo, poi gli stewards ritornano con un aria molto meno baldanzosa ed arrogante: “Vi possiamo chiedere PER PIACERE di spostarvi nel settore ospiti insieme agli altri tesserati?”. La trattativa va avanti per un po’, ed a fine primo tempo sette ragazzi vengono spostati nella curva ospiti.

    Un’altra decina invece, avendo pagato anche una bella cifra per il biglietto, decidono di rimanere in tribuna fianco a fianco con i varesini. Proprio delle ottime misure di sicurezza. Eccezionali direi. Continuo a ribadire che non siamo a Napoli, non siamo in terronia, non siamo in una qualsiasi città del Sud tanto facile ai luoghi comuni: SIAMO A VARESE, ESTREMO NORD DELL’ITALIA, CITTA’ NATALE DEL MINISTRO DEGLI INTERNI, ILL.MO DR. ROBERTO “BOBO” MARONI!

    I ragazzi nella ripresa si uniscono così ai tifosi tesserati presenti in curva ospiti. E qui si capisce un attimo il perché di controlli così “leggeri”: un ragazzo, regolare possessore di tessera del tifoso, mostra il suo biglietto. Chiaramente anche qui ho cancellato il nome per motivi di privacy (lascio le iniziali, per far capire che il nome c’era). Guardatelo, e giudicate voi stessi:

    Biglietto scritto a mano, riportante nome e cognome del destinatario, manco la data di nascita, il settore ed il prezzo!!! Probabilmente ci sarà stato un disguido telematico, o un guasto nel sistema di emissione, o che cazzo ne so… ma la sicurezza? La portiamo avanti a colpi di penna biro?

    In conclusione, possiamo dire che nell’epoca della tessera del tifoso e di tutti i proclami sulla sicurezza; a Varese, nella città del Ministro Maroni, la sicurezza nello stadio locale è così gestita:

    -Possibilità per chiunque di acquistare un biglietto allo sportello accrediti dello stadio

    -Dati del possessore scritti a penna, peraltro senza nemmeno indicare altri dati importanti per l’identificazione come la data di nascita (tassativa qui a Padova) o il codice fiscale

    -Tornelli non funzionanti ed aperti (questo si era già notato nel campionato scorso)

    -Stewards che non controllano i documenti

    Sarebbe questa l’applicazione del famigerato “decreto Amato”!?! Ma vi rendete conto di cosa sarebbe potuto succedere???

    Niente sarebbe potuto succedere, appunto… Viene solo da chiedersi se tutti quei proclami e tutte quelle spese per adeguare gli stadi (fra l’altro, il Franco Ossola farebbero prima a buttarlo giù che ad adeguarlo…) fossero così strettamente necessarie, di fronte a quanto si è visto a Varese.

    Ripeto, Varese. Non parliamo di Napoli. Parliamo di una città considerata (a ragione o a torto) roccaforte leghista, che ha dato i natali all’attuale Ministro degli Interni. Quel Bobo Maroni che tanto insiste sulla bontà delle sue normative. Talmente insiste che nemmeno nella sua città d’origine se lo cagano più, come del resto non si cagano più molto il suo partito.
     
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